Un libro sulle grotte della Valceresio

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Sabato 28 settembre 2013 alle ore 15.00 presso la Sala Convegni di Villa Recalcati, prestigiosa sede dell’Amministrazione Provinciale di Varese, si è svolta la cerimonia ufficiale di presentazione di un’importante pubblicazione dedicata alle numerose grotte e risorgenze carsiche scoperte, in oltre un trentennio di attività, sulla catena montuosa del Monarco-Rho-Minisfreddo, area ubicata in Valceresio e compresa tra i Comuni di Induno Olona, Arcisate e Bisuschio. Il volume, realizzato dagli speleologi Gian Paolo Rivolta, Guglielmo Ronaghi e Edoardo Raschellà, ha visto, tra l’altro, la partecipazione attiva di numerosi soci del GS Prealpino nelle ricerche, disostruzioni esplorazioni, rilevamenti topografici, raccolta dati, campionature e monitoraggi effettuati presso le cavità e le sorgenti di questa vasta area. Un lavoro particolarmente impegnativo che ha permesso agli esperti del sottosuolo di scoprire, esplorare e studiare oltre 70 cavità naturali distribuite lungo la catena montuosa, giungendo sino a 160 metri di profondità nelle viscere della montagna. Contestualmente all’opera di esplorazione delle grotte,gli speleologi durante le loro ricerche hanno anche localizzato 44 risorgenze carsiche, tra perenni e temporanee, alcune delle quali difficili da individuare poiché si attivano molto raramente, anche dopo molti anni di secca, ovvero solo in concomitanza con periodi di intensissime e prolungate piogge. Ognuna di esse è stata posizionata con misurazioni di portata, monitoraggi, analisi e campionature della relativa acqua, tutto ciò per completare al meglio e con dati esclusivi l’importante studio idrogeologico dell’area.

La conoscenza delle aree carsiche e dell’idrologia ipogea ad esse riferita assume sempre più importanza, soprattutto per gli Enti locali ai quali spetta anche il compito di tutela e salvaguardia del patrimonio naturale e delle acque, problematiche che in futuro richiederanno maggiore attenzione ed interventi. Tra il 1950 e il 1990 l’uso mondiale di acqua è più che triplicato, ed è stimato che attualmente l’umanità stia usando più della metà dell’acqua disponibile. Ma quant’è l’acqua “buona” che possiamo usare direttamente? In realtà molto poca! Anche se è vero che la superficie terrestre è coperta per il 71% di acqua, questa è per il 97,5% salata. l’acqua dolce è per il 68,9% racchiusa nelle calotte polari e nei ghiacciai, per il 29% nelle falde profonde del sottosuolo e solo lo 0,3% è localizzato in fiumi e laghi, e quindi potenzialmente disponibile. Tale quantità corrisponde allo 0,008% dell’acqua totale presente sul nostro pianeta ed è distribuita in maniera ineguale sulla superficie terrestre, mentre un altro 0,001% è contenuto nell’atmosfera: quota irrisoria ma di importanza capitale perché perpetua il ciclo dell’acqua.

Le acque carsiche che attraversano le montagne dove sono presenti le grotte, come i monti della Valceresio, avranno in futuro un’importanza fondamentale. Una corretta gestione delle acque sorgive, ed in particolare di quelle delle sorgenti maggiori, potrebbe risolvere i problemi di molte aree cronicamente assetate e che a ben guardare, sono afflitte da sprechi, perdite e reti distributive inadeguate. Attualmente in Italia il 40% delle acque potabili è fornito da sorgenti carsiche, risorsa che viene sfruttata anche per usi industriali e per produrre energia. Una proiezione della FAO relativa all’area mediterranea, ricca di popolazione e di problematiche ambientali, ma anche di grandi massicci carsici, prevede che entro il 2025 almeno l’80% della domanda idropotabile dovrà essere soddisfatta dalle acque di provenienza carsica: una riserva enorme ma non infinita di liquido di buona qualità, ovviamente se saremo in grado di scongiurarne l’inquinamento.

Alla cerimonia di presentazione dell’opera, con gli autori erano presenti varie Autorità, tra le quali il Commissario Straordinario della Provincia di Varese, l’ing. Dario Galli, il Segretario Generale della Fondazione Comunitaria del Varesotto ONLUS dott. Carlo Massironi, il Curatore del Civico Museo Insubrico di Clivio Danini Gianluca e i Sindaci dei Comuni di Bisuschio e Induno Olona, seguiti da un folto pubblico che ha gremito la sala, tra esso anche numerosi speleologi e rappresentanti di varie Associazioni culturali e naturalistiche del varesotto.

Le Autorità presenti all’evento hanno mostrato sincero interesse per il lavoro svolto dagli speleologi, spendendo parole di lode nonché lusinghieri apprezzamenti, soprattutto per l’elevato grado di professionalità che ha consentito agli esperti di raccogliere ed elaborare una gran quantità di dati che saranno ora a disposizione degli Enti locali nell’ambito di eventuali studi del territorio, con particolari finalità di conoscenza, sfruttamento e salvaguardia delle preziose risorse idriche catalogate nella pubblicazione.

In Valceresio non era mai stato eseguito uno studio così altamente specialistico e completo dal punto di vista idrogeologico, motivo per cui l’esclusività di tale opera potrà essere considerata attuale e di fondamentale importanza anche fra molti anni. Il considerevole sforzo economico per giungere alla pubblicazione dell’opera, della quale ne sono state prodotte un migliaio di copie, è stato sostenuto grazie alla sensibilità di Enti quali l’Amministrazione Provinciale di Varese, la Fondazione Comunitaria del Varesotto ONLUS, il Club Alpino Italiano attraverso la sezione di Carnago, la Commissione Centrale per la Speleologia CAI e la Commissione Speleologica Regionale del CAI, nonché le Amministrazioni comunali di Bisuschio, Arcisate e Induno Olona. Subito dopo la presentazione del volume è stata poi inaugurata una mostra fotografica dedicata alla speleologia e alla conoscenza dei suoi aspetti meno noti, con particolare riferimento a quelli scientifici e di pubblica utilità.

Gli organizzatori hanno saputo allestire al meglio gli spazi messi a disposizione presso alcune sale di Villa Recalcati, utilizzando pannelli illustrati con immagini, schemi e descrizioni in grado di “accompagnare” i visitatori attraverso un percorso virtuale, facendo loro scoprire il fascino e l’importanza di questa attività.