LA SPEDIZIONE IN MOLDAVIA

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Dal 21 al 28 agosto 2014 il GS Prealpino è stato protagonista di una interessante spedizione speleologica effettuata in Moldavia. L’iniziativa ha coinvolto anche il Gruppo Grotte CAI Carnago ed è stata possibile grazie all’aiuto dell’Associazione Culturale Italia-Moldavia e all’Istituto di Geologia e Sismologia dell’Accademia di Scienze della Repubblica Moldova. Il team di speleologi italiani, coordinati da Guglielmo Ronaghi, sono stati quindi accompagnati nella Grotta Emil Racovita, imponente complesso sotterraneo scoperto nel 1959 e che a tutt’oggi vanta uno sviluppo di oltre 95 chilometri, un complicatissimo sistema ipogeo ancora in fase di esplorazione, con alcuni ingressi che addirittura varcano il confine moldavo per giungere in territorio ucraino. Il team di speleologi e ricercatori moldavi era guidato dal professor Vitalie Botnaru, docente dell’accademia scientifica. 

Un’altra particolarità di questa importante cavità naturale deriva dal fatto che essa si è originata in rocce evaporitiche, ovvero nei gessi, motivo per il quale al suo interno si possono anche ammirare forme di cristallizzazione davvero spettacolari. La Grotta Racovita, conosciuta anche come “Cinderella”, venne scoperta nell’agosto del 1959 durante i lavori di scavo presso una cava di gesso nella regione di Briciansk, località a nord del paese, a poca distanza dal confine con l’Ucraina e la Romania, e da allora si sono susseguite innumerevoli esplorazioni per scoprirne tutti gli ambienti. Al suo interno sono stati localizzati alcuni laghetti, saloni con spazi di 4000 metri cubi ed ampie gallerie freatiche, risultato dell’azione erosiva di enormi masse d’acqua che, anticamente, hanno scavato l’intero sistema sotterraneo. Percorrere questa grotta non è assolutamente cosa facile, benchè si sia sviluppata entro una bancata di roccia dello spessore di un centinaio di metri, il suo enorme sviluppo è avvenuto attraverso una complicata rete di fratture che si concentrano in pochissimi chilometri quadrati, ragione per cui gli speleologi si trovano a dover affrontare un vero e proprio labirinto, complicatissimo ed insidioso, che mette a dura prova anche i più esperti conoscitori della cavità. Durante la visita degli speleologi del GSP, infatti, in più occasioni i colleghi moldavi hanno avuto qualche difficoltà a procedere nella giusta direzione. Nel 1977 i responsabili dell’Accademia di Scienze hanno provveduto a far scavare un pozzo artificiale d’accesso alla grotta, una via più sicura e meglio controllabile, ma soprattutto distante dalla cava dove, per ragioni operative, risultava sempre più difficile transitare. Da una botola in metallo si scende per una trentina di metri superando una serie di rampe di scale metalliche piuttosto precarie, sino a giungere all’interno del sistema sotterraneo. Muniti di speciali permessi individuali e accompagnati da un team del Gruppo Speleo Moldavo “Abis”, sono stati percorsi alcuni chilometri di grotta, ammirando anche alcuni grossi e rari cristalli di selenite dagli stupendi riflessi ambrati. 

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